Giacomo Salvadori, originario di Trento, dove nasce nel 1858, torinese d’adozione, dopo la laurea in Ingegneria si trasferisce a Torino per dedicarsi alla libera professione. Nei primi anni di attività realizza il salone della nuova sede della Banca Commerciale Italiana, in via Alfieri, ispirato all’Art Nouveau e il Grand Hotel di Ceresole Reale.

Nel 1895, dopo essere entrato a far parte dell’Associazione Quintino Sella, conosce il presidente, senatore Balbo Bertone di Sambuy. Da questo legame nascono una serie di opportunità amministrative e tecniche, a partire dall’elezione a consigliere provinciale nel 1899 per arrivare a un rapporto pluridecennale con le Opere Pie di San Paolo. Viene nominato inizialmente membro della Direzione del San Paolo, poi vicepresidente dal 1902 al 1910 e, infine, presidente dal 1910 al 1925.

Da questi ruoli emergono le qualità peculiari di Salvadori,

ha il dono di quel che si dice colpo d’occhio, e di una mente sempre lucida e serena, che sa unire l’aspetto artistico alle questioni amministrative. (1898. l’Esposizione nazionale: Esposizione generale italiana)

Nuovi importanti incarichi riguardano le Esposizioni torinesi. Nel 1898 progetta con Costantino Gilodi e Carlo Ceppi le strutture dell’Esposizione nazionale:

Al Salvadori spetta in grandissima parte altresì il piano generale dell’Esposizione, la disposizione delle gallerie e l’economia dello spazio o meglio l’utilizzazione delle aree, la qual cosa ha molta importanza rispetto all’ economia generale della Mostra. (1898. l’Esposizione nazionale: Esposizione generale italiana)

Salvadori, Gilodi e Ceppi sono impegnati nuovamente insieme nella realizzazione del padiglione italiano all’Esposizione di Parigi nel 1900 che ricorda la Basilica di San Marco. Non solo il progetto, ma anche il materiale di costruzione è torinese, recuperato dalle demolizioni dei padiglioni dell’Esposizione del 1898.

Nel 1911 si dedica alla progettazione dell’Esposizione Internazionale dell’Industria e del Lavoro di Torino insieme a Stefano Molli e Pietro Fenoglio, la più grande mai realizzata fino ad allora.

Durante la sua permanenza al San Paolo fa parte della Commissione per realizzare case destinate alle vedove di operai; viene indetto un concorso, vinto da Andrea Torasso, e i villini bifamiliari sono pronti nel 1904 in via Vigone a Torino.

Egli si impegna in un’opera di mecenatismo nei confronti di Davide Calandra, Paolo Gaidano, Giacomo Grosso, chiamati a decorare la sede del San Paolo in via Monte di Pietà. Realizzano rispettivamente il busto bronzeo di Vittorio Emanuele III da collocare all’ingresso, gli affreschi delle opere pie, i ritratti dei presidenti Marsengo di Bastia, dello stesso Salvadori, premiato alla Quadriennale di Torino, e di Delfino Orsi,

La sensibilità artistica di Salvadori si manifesta anche in occasione dei festeggiamenti per il 350° anniversario dalla fondazione della Compagnia di San Paolo, per il quale viene pubblicato un volume monografico. Con le bozze quasi in stampa, il presidente Salvadori ha voluto inserire notizie sul patrimonio artistico dell’Istituto per poterlo valorizzare.

Nel 1925 rassegna le dimissioni dall’Istituto San Paolo perché, in relazione al mutato clima politico, si ritiene opportuno che al vertice sieda una personalità in linea con il regime, indicata nel conte Delfino Orsi.

Dopo essersi ritirato a vita privata, si spegne a Torino nel 1937.

FONTI

I. Balbo e P. Rugafiori, Al comando. I vertici dell’Istituto San Paolo, in La Compagnia di San Paolo. 1853-2013, a cura di Walter Barberis e Anna Cantaluppi, Torino, Einaudi, 2013, voll. II, pp. 43-97

C. Bermond, Dalle Opere pie all’Istituto di San Paolo nell’ambito della prima industrializzazione torinese (1900-1937), in La Compagnia di San Paolo. 1853-2013, a cura di Walter Barberis e Anna Cantaluppi, Torino, Einaudi, 2013, voll. II, pp. 239-280

L. Masina, Vedere l’Italia nelle esposizioni universali del XX secolo: 1900-1958, Milano, Educatt, 2016

B. A. Raviola, La Compagnia di San Paolo (1563 – 2020). Torino, Europa, Bologna, Il Mulino, 2021

L’Ufficio tecnico. Ceppi, Gilodi, Salvadori, in “1898: l’Esposizione Nazionale”, Torino, Roux Frassati, 1898

Un po’ di storia. Come nacque l’idea – l’Esposizione, in “Le Esposizioni di Roma e di Torino nel 1911 descritte ed illustrate”, novembre 1910, n. 1, Milano, Sonzogno,