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Repubblica Argentina

Salgo la scalinata monumentale a doppia rampa che dalla riva del Po mi conduce al palazzo dell’Argentina. La sua posizione di rilievo è un omaggio dell’Italia ai tanti connazionali che vivono oltreoceano. L’edificio è un trionfo di Barocco, di linee e di alti pinnacoli. Ai lati del portale due statue allegoriche simboleggiano il progresso, tema centrale della mostra. Il salone principale è dedicato all’agricoltura. Tra le pareti bianche e celesti sono esposte le ampolle contenenti campioni di quella terra feconda e dei suoi prodotti: grano, miglio e segale.

Sono arrivato all’ultima tappa di questa immensa Esposizione, una città sorta per celebrare l’uomo, il suo genio, il suo lavoro. Non basta la mia valigia per contenere i ricordi nati durante la passeggiata. Ma Torino potrebbe ospitare un’altra Esposizione universale. Magari tra cinquant’anni, sarebbe meraviglioso, giusto?

“Io vorrei non essere torinese per poter vedere Torino con occhi nuovi.”

Guido Gozzano